Come cambiano le modalità di acquisto al tempo del coronavirus
Le limitazioni agli spostamenti, introdotte per arginare il diffondersi dell’epidemia da Coronavirus, stanno cambiando profondamente le modalità di acquisto dei consumatori. Gli italiani stanno conducendo una vita molto più casalinga e per soddisfare le proprie esigenze hanno deciso di ricorrere con maggiore frequenza ai portali di e-commerce.
Il digitale è diventato un alleato fondamentale durante il lockdown, con un incremento del tempo passato su internet per informarsi, lavorare in smartworking ma soprattutto per fare acquisti. Secondo quanto rilevato dalla banca digitale Revolut, confrontando i comportamenti di acquisto di inizio marzo con quelli di inizio aprile 2020 di oltre 400.000 utenti italiani, è emerso che i principali portali di e-commerce hanno registrato un aumento significativo delle transazioni, in particolare Aliexpress (+90%), Apple (+37%) e Amazon (+38%).
Il forte interesse dimostrato dagli italiani per lo shopping online è confermato anche da un’indagine del Consorzio del commercio digitale italiano (Netcomm), secondo la quale il 77% delle aziende che vende online nei diversi settori ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti, a dimostrazione che la crisi ha portato numerosi consumatori ad avvicinarsi per la prima volta agli acquisti online. Numeri di tutto rilievo considerando che l’Italia è storicamente uno dei fanalini di coda per l’e-commerce in Europa. Basti pensare che secondo lo studio ‘E-commerce Report: Italy 2019’ condotto per conto di SAP da E-commerce Foundation lo scorso anno le vendite online nel nostro Paese sono state pari a 35,65 miliardi di euro, un valore pari alla metà di quelle realizzate in Francia.
Ma cosa stanno acquistando online gli italiani? In questa fase di lockdown le preferenze si sono indirizzate soprattutto verso il settore alimentare e i prodotti essenziali per la casa. Secondo una ricerca condotta tra il 31 marzo e il 2 aprile da The Fool, in collaborazione con GlobalWebIndex, l’acquisto online di prodotti alimentari online è cresciuto nell’ordine del 13% seguito da articoli di intrattenimento come libri e film (+11%). E gli uomini hanno incrementato i propri acquisti online più delle donne. Il 34% degli uomini ha infatti dedicato più tempo all’e-commerce rispetto al periodo precedente all’epidemia. Si tratta di una percentuale superiore rispetto a quella dell’audience femminile (29%) che ha privilegiato un atteggiamento opposto, ovvero di riduzione degli acquisti online. Nelle spese maschili si è registrato un aumento degli ordini riguardanti soprattutto l’abbigliamento (+11%), mentre in quelle femminili di prodotti per la cura della persona (+10%).
Se si vanno a guardare bene i dati, però, il trend non è totalmente positivo: il boom negli acquisti online c’è stato, ma per il momento ha riguardato principalmente i beni di prima necessità, a causa del decreto del Governo emanato il 22 marzo 2020 che ha applicato alcune restrizioni alle attività commerciali, come il divieto di vendita dei prodotti non essenziali e di fatto ritardando o bloccando le consegne delle altre tipologie di prodotti.
Il mondo dell’e-commerce si è comunque rivelato strategico per fronteggiare le restrizioni dettate dalla prima fase dell’emergenza sanitari e lo sarà ancora nella cosiddetta Fase 2 che prevede una ripresa regolamentata delle attività produttive e sociali. La nuova normalità, imposta dal coronavirus, sarà fatta di distanze di sicurezza, nessun assembramento e piccole, inevitabili rivoluzioni nel quotidiano, come l’accesso limitato a negozi e centri commerciali. Questo farà sì che il ricorso allo shopping online aumenterà ulteriormente. E non solo per i beni di prima necessità. Secondo Roberto Liscia, presidente di Netcomm “la crisi che stiamo vivendo ha messo tutti di fronte all’evidenza che il digitale non è più solo un’opzione, ma una strategia chiave per lo sviluppo del proprio business e per la ripresa economica del nostro Paese”.
È pertanto ipotizzabile che nei prossimi mesi i consumatori preferiranno acquistare un capo di abbigliamento online, piuttosto che impiegare molto tempo in fila per entrare in un negozio con accesso limitato, o provare nei camerini gli stessi abiti magari appena indossati da altri. Le abitudini sembrano destinate a cambiare anche in settori che finora non erano ricorsi all’e-commerce come quello dell’auto. Basti pensare che il gruppo Renault ha aperto un virtual showroom, una piattaforma digitale dove i clienti possono informarsi, avere preventivi online e decidere un preordine, per poi finalizzarlo quando le concessionarie riapriranno.
In questo scenario il commercio elettronico potrà erodere quote di mercato alla distribuzione tradizionale, favorendo le aziende che saranno in grado di sviluppare servizi che rendano più fluida l’esperienza di acquisto, di pagamento e di consegna in tempi brevi. Non solo quelle più grandi ma anche le attività più piccole a gestione familiare.