Eventi
18 Ottobre 2018

Trasformazione digitale protagonista al 12° Consumer e Retail Summit

La 12a edizione della conferenza organizzata dalle riviste Mark Up e GDOWEEK del Gruppo 24 ORE ha visto come tema principale, intorno cui hanno ruotato numerosi interventi, quello della trasformazione digitale nel mondo del commercio al dettaglio e della Grande Distribuzione. Prima di tutto una precisazione, spesso non pienamente compresa da tutti: la trasformazione digitale non significa solo e-commerce. Come ha sottolineato Maiocchi, AD di Leader Price Italia, riguarda, infatti, tutto il processo pre-durante-post acquisto e non esiste una soluzione univoca per gestirla. Anche perché l’e-commerce nella sua apparente semplicità e praticità, soprattutto per l’utente finale, comporta problematiche di organizzazione e costi non indifferenti, come la logistica delle consegne a domicilio, quindi per le aziende che si appoggiano solo al commercio online questo risulta particolarmente costoso e poco profittevole. I due principali aspetti, legati tra loro, in cui il digitale dovrà avere un ruolo primario, riguardano i rapporti tra produzione, distribuzione e vendita dei prodotti, e la comunicazione/promozione dei prodotti stessi. I cosiddetti Big Data, se opportunamente raccolti,e analizzati dalle aziende della filiera, non solo porteranno un notevole risparmio, in Italia si sprecano 2,2 miliardi di Euro per cattiva gestione delle informazioni, ma anche importanti possibilità di guadagno per la GDO e le PMI. Ad esempio sfruttando i canali per comunicare e promuovere in modo efficace il valore del prodotto, per approfondirne la conoscenza e facilitarne le vendite online e in store. Questo funziona soprattutto nel settore agro-alimentare e in aree geografiche in piena espansione commerciale dove i nostri prodotti sono ancora poco noti nelle loro caratteristiche specifiche. Su questo punto convergono le opinioni di Cellie (Fiere di Parma), Bocchi (Agenzia ICE) e Gradara (Federdistribuzione), concordi nel ritenere fondamentale approfondire (via digitale) la conoscenza di un prodotto, creato da PMI e venduto, ad esempio in Cina, in negozi (fisici) della GDO od online negli store virtuali allocati su Alibaba. Questa doppia sinergia fisico-digitale e GDO-PMI trova  terreno fertile anche nella produzione di marchi e prodotti Private Label, considerati un trend importante per il futuro dei punti vendita fisici. Questi sono, e saranno sempre più, il principale luogo dove creare un rapporto personale e diretto con il cliente, e dove quest’ultimo può fare esperienze di acquisto che il digitale non può dare. Creare prodotti localizzati e personalizzati (da parte delle PMI) che differenziano il punto vendita della GDO, ripagano e stimolano il consumatore con prodotti nuovi proposti ogni settimana. Centrale diventa il ruolo del personale di vendita e della sua formazione come assistenti del cliente, testimonial dei prodotti, consulenti finanziari per le modalità di pagamento. Un ultimo punto riguarda un’altra parola-chiave di successo: omnicanalità. Secondo Cunetta, GDO Mediaworld, si dovrebbe parlare paradossalmente di “no canalità” ponendo al centro di ogni analisi il singolo cliente a cui vengono indirizzati tutti i servizi dell’azienda, indipendentemente dal canale di comunicazione. Anche perché, come ricorda ancora Maiocchi, sono gli acquirenti a guidare la trasformazione digitale con le aziende nel ruolo di follower, ribaltando di colpo la concezione corrente imposta da social network e co.
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